I complotti sono sempre esistiti.
E’ una storia antica quanto quella dell’Uomo stesso. Da una parte vi sono quelli che ritengono ogni accadimento il prodotto di un presunto complotto, dall’altra quelli che pensano che non esista mai alcuna cospirazione, neppure quando la presenza di qualcuno che ha agito “dietro le quinte” risulta assai probabile. Eppure, un modo per provare a comprendere chi abbia ragione tra “complottisti” e “anticomplottisti” esiste: documentare i complotti, non limitandosi soltanto ad evocarli.
Umberto Eco, afferma che tutti cercano di giustificare accadimenti anche molto semplici e quotidiani con un qualche complotto ordito da chicchessia:
“I complotti funzionano così. Sei chiuso in un ingorgo sull’autostrada, tutti imprecano, colpa del ministro, colpa delle riparazioni, colpa dei Tir, ma la “colpa” è di nessuno, solo migliaia di auto in coda. […]. Il primo libro sui complotti è l’Iliade, rissa degli dèi, colpa loro mica di achei e troiani! Poi colpa dei cristiani che bruciano Roma, dei cavalieri templari, dei massoni. Ricordi il terrorismo italiano? Si parlava di “Grande Vecchio” perché trentenni inesperti non potevano progettare il rapimento di Moro. Quando li han presi ci siamo accorti che erano trentenni, il Piccolo Giovane aveva messo in crisi la Repubblica. Perché la teoria del complotto nasconde la realtà, non la illumina. (Umberto Eco – Da “La Stampa”).”
Leggendo questo pezzo ben si comprende come la pensasse Eco a tal proposito, quanto strizzasse l’occhio alla compagine degli scettici per antonomasia. Ma è pur vero che se prendiamo in esame alcune sue famose opere possiamo facilmente percepire quanto questo autore fosse interessato, ad esempio, a determinate società segrete esoterico-speculative, realtà che attraverso il collocamento di propri uomini in “posti chiave”, hanno con buona probabilità contribuito veramente a più di una cospirazione di natura socio-politica nei secoli, e in differenti zone del globo terraqueo.
Inoltre, a testimonianza del fatto che non tutti quelli che “gridano alla congiura” sono dei cospirazionisti o dei folli, va ricordato che nello scenario nazionale ed internazionale il complotto è stato senza ombra di dubbio utilizzato in ogni epoca storica, in quanto mezzo più idoneo di tanti altri a minimizzare le possibilità di fallimento. Per ottenere un obiettivo pianificato occorre, infatti, prestare massima attenzione alla segretezza, possedere scaltrezza nell’azione ed avere la capacità di veicolare solo e soltanto quelle informazioni funzionali al raggiungimento del risultato stabilito a monte. Per fare tutto ciò, è piuttosto logico che sia fondamentale creare salde alleanze tra soggetti diversi, alleanze che il più delle volte, però, non possono essere rivelate candidamente al grande pubblico per non doverne pagare dopo lo scotto in termini di consenso elettorale.
Oggi, più che in altri tempi, possiamo osservare come si tenti costantemente di destabilizzare l’avversario medianti pesanti pressioni mediatiche, tramite accuse talvolta vere, ma molto più frequentemente infondate. Nell’informazione, non è affatto difficile assistere a campagne giornalistiche tese a screditare pesantemente un personaggio del mondo pubblico o istituzionale e l’ambiente del quale esso fa parte, servendosi di colpi bassi e spregiudicati a base di “negazioni del vero” e “autenticazione del falso”, finanche sul piano personale, relazionale e familiare.
E’ da questi punti, dunque, che si deve partire per valutare quanto la cospirazione abbia influito nella vicende umane: i complotti non possono spiegare sempre e comunque l’esito di un confronto, come viene rimproverato a coloro che scioccamente ne fanno l’unica chiave di lettura, ma ipotizzarne l’esistenza, analizzarli con sano distacco da buoni studiosi ed eventualmente decifrarli, aiuta grandemente a comprendere quanto questi siano stati o meno reali, ed anche a quantificare l’apporto fornito al raggiungimento dell’obiettivo per il quale gli stessi sarebbero stati orditi.
Su certe vicende italiane, è inevitabile pensare che qualche piano segreto vi sia stato: prendiamo, ad esempio, il sequestro e assassinio del presidente della Democrazia Cristiana (DC) Aldo Moro o l’attentato di Enrico Berlinguer (PC) a Sofia. Per gli USA, l’intenzione di Moro di cooptare al potere il Partito Comunista comportava il rischio di incrinare equilibri e rapporti diplomatici nel nostro Paese. Per l’URSS una cosa del genere poteva incentivare addirittura il pericolo di una sedizione dei propri partiti satelliti, minando così la solidità del Patto di Varsavia. Pensiamoci bene: queste potevano forse essere verità rivelabili a chiunque, vista la delicatezza del momento storico? La risposta odierna della maggioranza degli italiani sarebbe certamente un “no”. Ma in quel frangente, la popolazione ha vissuto diversamente quei fatti, dandogli nella maggior parte dei casi la lettura che forse qualche “regia occulta” voleva dessero: quella ben più rassicurante e democratica dell’imprevedibilità di qualsiasi incidente, quella che identificava come colpevoli di quegli accadimenti semplici gruppi isolati di fanatici.
Per non parlare, andando ancora più indietro nel tempo, dell’unificazione d’Italia, dei segretissimi moti risorgimentali alla base dell’eroica (ne siamo sicuri?) impresa garibaldina, del fondamentale ruolo economico della Libera Muratoria inglese nel suddetto progetto nazionale (ruolo concordato a tavolino con i Savoia), di come i Borbone sarebbero dovuti passare per “briganti” sui futuri libri di Storia (quando in realtà i “sabaudi” fecero terra bruciata del Meridione, rendendo arretrata una zona che sotto il Regno delle Due Sicilie era tra le più floride ed anche meglio amministrate del Vecchio Continente).
Il Prof. Aldo Mola, docente di Storia Contenporanea di Milano e storico della massoneria e del Risorgimento disse a proposito dei soldi arrivati da Londra in Italia:
«Il finanziamento proveniva da un fondo di presbiteriani scozzesi e gli fu erogato con l’impegno di non fermarsi a Napoli, ma di arrivare a Roma per eliminare lo Stato pontificio. Tutta la spedizione garibaldina fu monitorata dalle massoneria britannica, che aveva l’obbiettivo storico di eliminare il potere temporale dei Papi. Anche gli Stati Uniti, che pur avevano rapporti diplomatici con il Vaticano, diedero il loro sostegno».
Eppure, potrete convenire che questi dettagli della vicenda, che potremmo definire a ragione “non di poco conto”, non vengono riportati praticamente in alcun testo storico scolastico o universitario. Perché questo? Quali sono i motivi di questa scelta?
A voi la risposta.
In questo momento stiamo vivendo nell’era dei cosiddetti “leoni” o “bulli da tastiera”, uomini che sembrano essere coraggiosi solo da internauti, ma ben poco nella vita reale. Stiamo vivendo nell’era dei “troll”, profili social appositamente creati per delegittimare in branco qualcosa o qualcuno, siamo nell’era degli impavidi “cacciatori di fake-news” o dei “debunker” per inclinazione naturale (sembra che oggi la tendenza di sfatare a tempo pieno presunte tesi complottistiche, che talvolta si rivelano dopo un certo tempo più vere del previsto, sia persino superiore a quella dei cospirazionisti patologici di crearne di nuovi).
Ripetiamolo ancora una volta, dunque, che in questo oceano di informazioni non c’è che un’unica soluzione per potersi destreggiare e capirci qualcosa: quella di studiare, documentarsi e separare con molta pazienza le semplici ipotesi dai fatti oggettivi.
Solo così gli inguaribili cospirazionisti potranno essere isolati e lasciati alle loro colorate quanto catastrofiche idee fantastiche, ma al contempo agli anticomplottisti “a prescindere” (o a quelli in cattiva fede) non verrà fornita la possibilità di bollare come astruse o bizzarre conclusioni realistiche, seppur parecchio scomode, su determinati fatti o tematiche.
A cura di Davide Sallustio
Saggista storico, studioso di Geopolitica e Relazioni Internazionali
Socio ordinario della Società Italiana di studi Militari SISM
Socio simpatizzante ANCIS
Fonti web consultate: